2.3 Lineamenti storici generali
La storia dell'Egitto comincia con Menes, che circa 3200 anni a. C. diede inizio alla prima delle trenta dinastie di faraoni che ressero il paese per circa 3000 anni, attraverso tre periodi, che prendono nome dalle successive capitali dell'impero:
periodo menfitico (3200-2200 a. C.): capitale Menfi;
periodo tebano (2200-663 a. C.): capitale Tebe;
periodo saitico (651-525 a. C.): capitale Sais.
Durante il periodo menfitico l'Egitto raggiunse grande prosperità agricola e commerciale ed estese il suo dominio fino alla Palestina. Appartengono a questo periodo i tre faraoni — Cheope, Chefren e Micerino - che eressero come loro sepolcri le tre grandi Piramidi che ancora oggi possiamo ammirare.
Il periodo tebano fu il più splendido: Tebe si circondò di una cinta di mura nella quale si aprivano cento porte di bronzo. Il più famoso faraone di questo periodo fu il grande Ramses II, detto dai Greci Sesostri. L'impero tebano fu indebolito, a partire dal 1700 a. C., dall'invasione degli Hyksos, popolo asiatico di rozzi pastori, e, dopo l'XI secolo, da quella di popolazioni ariane sbarcate nel delta del Nilo, i cosiddetti popoli del mare. Infine, nel 663 a. C., fu abbattuto e assoggettato dagli Assiri.
Verso il 650 però i principi di Sais riuscirono a scuotere il giogo straniero, ridonando al paese un ultimo secolo di splendore. Neco II fu il più intraprendente faraone del periodo saitico: egli incaricò navigatori fenici di compiere la circumnavigazione dell'Africa e giunse perfino a progettare il taglio dell'Istmo di Suez.
Nel 525 a. C. l'Egitto fu soggiogato dal re persiano Cambise, e, nel 332 a. C., da Alessandro il Macedone. Questi, scacciati i Persiani, pose sul trono di Alessandria, eretta a nuova capitale, una dinastia greca, che tenne l'Egitto fino alla conquista romana (31 a. C.).
Torna all'indice