4.8 La religione ebraica
Nel campo della religione nessun popolo ha stampato un'orma più profonda di quella degli Ebrei: essi furono i primi ad abbandonare il culto di tante divinità (politeismo) per adorare un unico Dio: Jahveh. Il loro Dio è giusto e buono ed è un puro Spirito; egli sta nei cieli, ma è presente ovunque: però nessuno può pronunciarne il nome o riprodurne l'immagine. A lui i fedeli devono offrire sacrifici di animali e di primizie, ma soprattutto devono rendere onore con la purezza del cuore e con le buone azioni. Secondo la divina esortazione espressa per bocca del profeta Isaia:
"Smettete di portare vane offerte [...] Sono fin troppo sazio dei vostri olocausti di montoni e del grasso dei vitelli [...] Imparate a fare il bene e cercate la giustizia [...]"
Dalla religione ebraica è germinato il Cristianesimo, che, attraverso la predicazione di Gesù, il Messia atteso dai profeti, ha reso ancor più alti e puri i princìpi dell'antica fede mosaica. I dieci comandamenti sono infatti anche il fondamento della nostra religione, e la Bibbia, il libro sacro degli Ebrei, è considerato libro sacro anche dai Cristiani.
La Bibbia ebraica non comprende però il Nuovo Testamento, che è invece la parte più importante della Bibbia cristiana, poiché contiene la predicazione di Cristo (i Vangeli). Gli Ebrei infatti non vollero riconoscere, a differenza dei Cristiani, in Gesù il figlio di Dio e ancora oggi stanno attendendo il Messia che dovrebbe riportare il popolo ebraico alla passata grandezza.
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