25.2 Guerre contro la Macedonia e la Grecia
Il primo a sperimentare la forza di Roma fu il regno di Macedonia, il cui re Filippo V aveva cercato di sottomettere alcune città greche, insorte contro la sua dominazione.
I Romani, desiderosi di vendicarsi del re macedone, che li aveva attaccati, approfittando delle difficoltà in cui si era trovata la repubblica durante la seconda guerra punica, intervennero a favore delle città ribelli e sconfissero Filippo V, a Cinocefale, in Tessaglia (197 a. C.); il console vincitore Flaminino, restituì alle città greche la libertà con una solenne cerimonia svoltasi a Corinto.
Ma la libertà concessa da Roma non assomigliava all'antica: perciò quando, qualche anno dopo, il figlio di Filippo, Perseo manifestò propositi di rivincita, parecchie città greche si rifiutarono di scendere in armi accanto ai Romani. Costoro tuttavia, con un'abile manovra, prevennero l'offensiva del re macedone e ne schiacciarono le forze nella battaglia di Pidna (168 a. C.). Perseo e i suoi figli, condotti prigionieri a Roma, dovettero seguire incatenati il carro del console vittorioso, Lucio Emilio Paolo, a cui era stato decretato dal Senato l'onore del trionfo.
La Macedonia, debellata per la seconda volta, venne costituita a provincia; le città greche che avevano parteggiato per il nemico vennero punite e i focolai di rivolta accesisi in parecchie località della Grecia furono soffocati con le armi dal console Mummio a Leucòpetra (146 a. C.) e Corinto, che aveva soffiato nel fuoco, aizzando le altre città greche contro Roma, venne rasa al suolo. Ogni velleità di indipendenza fu così stroncata per sempre: la Grecia, col nome di Acaia, divenne provincia romana.
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