21.4 Le guerre sannitiche
Sventato il pericolo dei Galli, i Romani ripresero l'espansione oltre i confini del Lazio, ma urtarono ben presto contro i Sanniti, il popolo più forte e militarmente più organizzato dell'antica Campania. I Sanniti abitavano la zona montuosa e le loro città principali corrispondevano a quelle che oggi portano il nome di Isernia, Boiano e Benevento. Contro i Sanniti i Romani condussero tre guerre (dal 343 al 290 a. C.), con alterne vicende. Fu nella seconda di queste guerre che i Romani subirono un grosso rovescio nella stretta gola delle Forche Caudine. Circondati dai guerrieri del valoroso Caio Ponzio, i consoli furono costretti a trattare la resa e i Sanniti, per avvilirli, obbligarono i vinti a passare sotto il giogo (321 a. C.). L'umiliazione subita suscitò grande sdegno a Roma: il patto di resa non fu ratificato e le ostilità vennero riprese. La vittoria arrise infine ai Romani, sebbene nell'ultimo periodo della guerra anche gli Etruschi, gli Umbri e i Galli dell'Italia settentrionale si fossero uniti ai Sanniti. Lo scontro decisivo della lotta avvenne a Séntino, nel 295 a. C., e fu una bella vittoria romana; ma le ostilità si trascinarono ancora per qualche anno. Alla fine della terza guerra sannitica, conclusasi nel 290 con la pace imposta dal console Curio Dentato, Roma dominava su quasi tutta l'Italia meridionale.
Nelle terre dei Sanniti in gran parte lottizzate a favore dei cittadini romani, si istituirono numerose colonie.
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