22.7 La disciplina militare romana
La disciplina fu il fondamento più saldo delle vittorie romane. Mentre i barbari si facevano avanti a sfidare il nemico tumultuosamente, dando ascolto più al proprio furore che all'ordine dei capi, i legionari romani non muovevano passo se non obbedendo ai cenni degli ufficiali. Il miglior soldato non era quello che, visto il nemico, gli si lanciasse ciecamente contro, ma quello che sapeva restare al posto affidatogli. Così la legione romana non si precipitava nella battaglia come un'orda di selvaggi inebriati di sangue, ma avanzava ordinata, compatta, solenne; le punte delle lance e delle spade, gli scudi imbracciati, i petti degli uomini formavano quasi una muraglia [...].
Il generale sapeva così che i reparti avrebbero obbedito al suo cenno, che sarebbero avanzati o arretrati secondo il suo volere, che avrebbero resistito su una posizione fino all'ultimo uomo, che il panico non avrebbe mai impedito di porgere ascolto ai segnali trasmessi per mezzo delle bandiere e delle trombe. Questa disciplina sul campo di battaglia era preparata da una vita disciplinata di tutti i giorni. Le più gravi sanzioni minacciavano colui che al campo o nelle marce fosse venuto meno al giuramento di obbedienza; ma ben di rado v'era bisogno di applicare il castigo. Di ciò si potrebbero recare molte prove, ma basterà l'esempio, curioso e persuasivo, constatato da un generale famoso per la sua severità, Catone il Censore. Egli marciava alla testa di due legioni nella Spagna, e una sera fece accampare i soldati sul pendio di un colle. Come d'uso, i soldati costruirono la palizzata, scavarono il fossato, eressero le tende. Catone osservò intanto che in mezzo alle tende si veniva a trovare un rigoglioso melo carico di frutti, e si propose di verificare l'indomani le condizioni della pianta. Una legge della disciplina romana era che i soldati non potessero appropriarsi di nulla di ciò che era nell'accampamento [...]. Ma quando il mattino seguente le legioni levarono il campo Catone verificò che neppure un frutto era stato spiccato dall'albero.
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Campo di Marte:
pianura erbosa situata sulla sinistra del Tevere; in origine apparteneva ai Tarquini e dopo la loro cacciata fu consacrata a Marte, il dio della guerra. Vi si svolgevano molto frequentemente giochi, gare, spettacoli militari, e il popolo vi si radunava in occasione dei comizi centuriati.
Leva:
arruolamento di soldati. Essa avviene con particolari operazioni, mediante le quali speciali organi provvedono alla formazione delle liste, alle chiamate ecc. In epoca romana la chiamata alle armi veniva diretta dai consoli o da altri importanti magistrati che convocavano sul Campidoglio, per un determinato giorno, tutti gli iuniores romani. Tra di essi veniva estratto a sorte il numero di soldati che era stato stabilito dal Senato, scegliendoli in parti uguali fra ognuna delle tribù che formavano il popolo romano.