23.11 La battaglia di Canne
Purtroppo non si può individuare con precisione il luogo dove si svolse, al principio d'agosto, la battaglia di Canne: uno dei paradossi delle opere di storia romana è l'indifferenza per i particolari e le tecniche della guerra, quantunque tutti gli autori riconoscessero che il valore militare rappresentava la caratteristica più spiccata dei Romani. La battaglia ebbe probabilmente luogo sulla riva sud del fiume.
Annibale, il quale sapeva quanto fosse temibile l'assalto in massa delle legioni romane, pensò di neutralizzarlo schierando i suoi uomini a mezzaluna: la prima fila era formata dalla fanteria gallica e iberica, mentre da entrambi i lati, ma in seconda linea, stavano le truppe africane. Le due ali erano terminate dai numerosi contingenti di cavalleria. Secondo i piani, la cavalleria doveva aggirare lo schieramento romano per piombargli alle spalle mentre premeva sul centro cartaginese; l'accerchiamento sarebbe stato completo quando le truppe africane avessero attaccato le ali romane. I due punti essenziali erano che i cavalieri galli e iberi riuscissero nel loro compito e che i loro compatrioti della fanteria resistessero all'urto della carica romana e si ritirassero senza rompere le file. Annibale riponeva giustamente maggior fiducia nella cavalleria; volendo fare tutto il possibile per mantenere compatto il centro, egli si pose in tale settore insieme al fratello minore, Magone.
Il piano riuscì come meglio non si poteva sperare, e i Romani furono interamente accerchiati e fatti a pezzi. I loro caduti furono venticinquemila, e i prigionieri diecimila; soltanto il console Varrone riuscì a mettersi in salvo con forse quindicimila uomini. Annibale non perse che cinquemilasettecento soldati, quattromila dei quali erano Galli. È probabile che egli avesse deliberatamente mandato allo sbaraglio i suoi alleati Galli nei punti dove si prevedeva vi sarebbero state maggiori perdite, allo scopo di risparmiare gli Africani e gli Spagnoli che costituivano le sue truppe scelte; ma occorre notare che, sotto il comando di Annibale, i Galli dimostrarono una resistenza agli attacchi di cui davano molto raramente prova quando combattevano secondo i loro sistemi tradizionali.
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Ali:
in origine erano i reparti di cavalleria romana che, durante il combattimento, avevano il compito di proteggere ai lati la fanteria. In seguito con tale nome si indicarono i reparti degli alleati (che spesso venivano però collocati anche in prima linea), e quando questi ottennero il diritto di cittadinanza furono dette "ali" le truppe ausiliarie in genere sia di cavalleria sia di fanteria.
Mamertini:
così si chiamavano i mercenari che combatterono per il tiranno di Siracusa Agatocle. Il nome deriva dal vocabolo Mamers, che nella lingua osca, o forse nella sabina, significava "Marte". Costoro infatti si dicevano "figli di Marte".