37.6 La città di Costantino
Già da un secolo l'impero inclinava verso l'Oriente, da cui gli provenivano la nuova fede e i più seri pericoli: bisognava trovare la fortuna da quella parte. Diocleziano aveva posto la sua nuova capitale a Nicomedia; Costantino ebbe mano più felice, mettendo la sua a Bisanzio.
Presa la decisione [di trasportare la capitale] l'imperatore spronò i lavori con l'attività impaziente che metteva in tutte le sue iniziative, quella che gli faceva scrivere ai propri governatori: "Non scrivetemi che i vostri edifici sono incominciati, scrivetemi che sono terminati".
Fu costruita una nuova cerchia di mura, di cinque leghe, che abbracciò i monticelli che furono chiamati "i sette colli della nuova Roma". Costantino fece edificare per sé un palazzo imperiale immenso, e per gli abitanti le terme, le fontane pubbliche, un ippodromo, un foro circondato di portici a due piani; per i Cristiani, una chiesa dedicata ai Santi Apostoli, dove volle esser sepolto, e forse anche quella della Santa Pace o Santa Irene, a cui doveva un culto particolare perché la pace era stato il pensiero dominante di quell'uomo violento.
Come i consoli e gli imperatori avevano spogliato la Grecia e l'Asia per abbellire Roma, Costantino ornava la sua capitale a spese dei santuari pagani. La statua di Apollo e il tripode di Delfo furono collocati nell'ippodromo; Cibele e la Fortuna Romana presso il Foro.
Dalla sola Roma Costantino portò via sessanta statue. La nuova Roma [...] si chiamò ufficialmente Costantinopoli.
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Burocrazia:
sistema di amministrazione composto di vari uffici, a cui sono adibiti numerosi impiegati. Più comunemente la parola indica il complesso stesso degli impiegati di ogni grado che fanno parte di tale amministrazione. In senso dispregiativo il termine è usato per indicare i difetti di questo sistema di amministrazione, di cui sono caratteristiche la pedanteria e l'eccessiva osservanza della forma.