32.11 Traiano
Traiano (98-117) fu uno dei più grandi imperatori romani, buono e giusto, protettore dei cittadini, specialmente dei poveri. Innalzò in Roma imponenti costruzioni, tra le quali un acquedotto, e un foro intitolato al suo nome; costruì i porti di Ancona e di Civitavecchia, strade e ponti anche su fiumi come il Tago, il Reno, il Danubio posti in paesi lontani dal centro dell'impero.
Scrive Plinio il Giovane nel Panegirico di Traiano:
"Traiano a noi tutti padre, con l'autorità del suo senno e della sua fede, ha aperto strade e porti; ha ridonato alle terre le vie, ai lidi il mare ed a questo i lidi; mediante il commercio ha unito genti diverse in modo che in ogni luogo si trova il prodotto proprio e quello di tutti gli altri luoghi. Non ci è forse dato di costatare come ogni anno le merci sopravanzino i nostri bisogni e ciò senza che alcuno ne riceva danno? Non vengono tolte le messi ai nostri alleati, quasi fossero nemici, per lasciarle poi deteriorare nei granai, ma essi stessi ci recano ciò che la terra e l'annata hanno prodotto, né, oppressi da nuovi tributi, si sottraggono al pagamento dei vecchi. La cassa dell'imperatore acquista ciò che sembra opportuno acquistare: ne derivano l'abbondanza delle vettovaglie ed il traffico vantaggioso tanto a chi compera che a chi vende, così noi abbiamo tutto l'occorrente e in nessun luogo vi è la fame. Quanto giova ora che su tutte le province si estendano la nostra protezione ed il nostro dominio, dacché la sorte ci ha elargito un principe, il quale, secondo le esigenze del tempo e delle circostanze, trasporta [col commercio] ora qua ora là la fertilità delle terre e alimenta e si prende cura di nazioni che stanno oltre il mare, come se fossero parti del popolo romano! Se non proprio la sterilità, egli ne allontana i mali; ed apporta, se non la fecondità, almeno i beni della fecondità; egli congiunge mediante i commerci l'Oriente con l'Occidente, così che tutte le nazioni si scambino i prodotti che esse posseggono con quelli che ricercano e imparino quanto sia preferibile ad una disordinata libertà, l'ubbidienza ad uno solo."
Traiano diminuì le imposte e concesse prestiti a coloro che si impegnavano a bonificare terreni incolti, incoraggiando così l'agricoltura e favorendo il ritorno alla campagna della plebe urbana, la cui grande massa, aumentata anche dal rifugiarsi dei contadini in città per la distruzione delle loro fonti di sostentamento a causa delle guerre, aveva costituito una delle piaghe della società romana.
Inoltre, per moralizzare la giustizia, ordinò che non venissero emanate sentenze di condanna non suffragate da prove e che in ogni caso non si attribuisse valore alle denunce anonime.
Traiano fu anche un valoroso soldato: conquistò la Dacia (l'odierna Romania) stabilendovi colonie romane (impresa ricordata nei bassorilievi della colonna traiana a Roma); condusse una guerra vittoriosa contro i Parti e portò i confini dell'impero alla loro massima estensione, includendo in essi la Mesopotamia, l'Armenia, l'Assiria, e parte dell'Arabia.
Torna all'indice