8.4 Le colonie
La ristrettezza del territorio nazionale, la scarsità di risorse naturali e le lotte politiche spinsero i Greci a cercare fuori del loro paese altre terre da colonizzare.
Nel Mediterraneo orientale le colonie più rigogliose dal punto di vista economico e intellettuale furono quelle popolate da Greci di stirpe ionica: Mileto, Efeso, Smirne e Samo. Non meno splendide furono le colonie eoliche di Lesbo e Mitilene e quella dorica di Alicarnasso. Altri importanti centri di colonizzazione sorsero nella penisola calcidica, lungo le rive del Mar Nero e del Bosforo: primo fra tutti la dorica Bisanzio, destinata a una storia più che millenaria. Nel Mediterraneo centrale fiorì la colonia di Cirene, e nell'occidentale, oltre la lontana Marsiglia, prosperarono rigogliosamente le città siciliane, come Siracusa e Agrigento, e quelle dell'Italia meridionale, come Napoli, Cuma, Crotone, Sibari, Taranto, che furono dagli antichi chiamate col nome significativo di Magna Grecia.
Queste colonie, dalla Sicilia al Mar Nero, si reggevano con governi propri, indipendenti da quelli della città di origine ma mantennero sempre con la madrepatria legami di lingua, di costumi, di leggi e, soprattutto, di credenze e di pratiche religiose.
Ispirazione e riti religiosi presiedevano alla fondazione di ogni colonia; valga per tutte l'esempio di Marsiglia, offertoci da Strabone:
"Marsiglia fu fondata dai Focesi in una località pietrosa dominante un porto a forma di teatro scavato nella roccia e volto ad occidente [...] Nell'acropoli c'è il tempio di Artemide d'Efeso. Si dice che, su loro domanda, un oracolo invitasse i Focesi a richiedere ad Artemide un capo per dirigere la loro navigazione. Essendo dunque approdati ad Efeso [città ionica dell'Asia Minore, ove esisteva un famoso santuario di Artemide = Diana] essi interrogarono la dea per sapere come dovevano realizzare il suo desiderio. Fu allora che ad Aristarca, una delle matrone più ragguardevoli, comparve in sogno la dea, la quale le ordinò di prendere con sé una certa statua votiva e di accompagnare i Focesi. Così accadde; e, una volta fondata la colonia, i Focesi edificarono un tempio adibendovi come sacerdotessa Aristarca, [...]"
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