28.4 La congiura di Catilina
Durante l'assenza di Pompeo, a Roma la pace cittadina era stata più volte turbata. Lucio Sergio Catilina, un nobile vizioso e rovinato dai debiti, dopo aver invano tentato per vie legali di ottenere il consolato, aveva tramato una congiura per uccidere i consoli e impadronirsi del potere.
In quell'anno, il 63 a. C., era console Marco Tullio Cicerone, il grande oratore e avvocato, nativo di Arpino.
Venuto a conoscenza della congiura egli si comportò con estrema energia: smascherato in Senato il subdolo Catilina, lo dichiarò nemico della patria e lo costrinse a fuggire da Roma; poi, ottenuti i pieni poteri, fece giustiziare i complici e inviò un esercito consolare contro i ribelli, che furono sconfitti presso Pistoia. Catilina cadde da coraggioso con le armi in pugno.
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