3.6 Arte, letteratura, scienze
Gli Assiri e i Babilonesi furono costruttori geniali e ornarono le loro città di palazzi, di torri e di altri monumenti spesso rivestiti di mattoni smaltati a vivaci colori e di bassorilievi raffiguranti scene di caccia e di guerra. Purtroppo, per il fatto di aver usato il mattone, la maggior parte della loro produzione architettonica e statuaria, a differenza di quella egiziana, non ha resistito al tempo.
Resti della loro letteratura, racconti e poemi, sono invece giunti fino a noi, incisi a caratteri cuneiformi su tavolette d'argilla, che gli scavi degli archeologi hanno riportato alla luce in gran numero. Famoso è il poema dell'eroe Gilgamesh, del quale riportiamo la drammatica e dettagliata descrizione del diluvio universale:
"Presi con me tutto quanto avevo, l'intero frutto della mia vita
e lo portai nella barca; la famiglia e tutti i parenti,
gli animali dei campi, le bestie del pascolo e le genti da lavoro,
imbarcai tutti.
Salii nella barca e chiusi la porta...
Quando il nuovo giorno sorse luminoso,
una nuvola nera si raggomitolò lontano sull'orizzonte...
il chiarore del giorno si trasformò d'un tratto nella notte,
il fratello non vede più il fratello,
il popolo del cielo non si può più riconoscere.
Gli dei erano pieni di spavento davanti ai diluvio,
essi fuggirono e si rifugiarono fino sulla montagna celeste di Anu,
gli dei si rannicchiarono, come cani, contro la parete e stettero fermi...
Durante sei giorni e sei notti
si gonfiarono la tempesta e il diluvio. Uragano regnò sul paese.
Quando il settimo giorno spuntò, si placò la tempesta,
si spianò la marea che aveva infuriato come un esercito in guerra;
le onde si fecero tranquille, cessò il vento tempestoso e i flutti smisero di salire.
Guardai verso l'acqua, il suo mugghiare si era ammutolito,
tutti gli uomini erano divenuti fango!
La mota arrivava all'altezza dei tetti!...
Guardai verso la terra, verso l'orizzonte del mare,
lontano, molto lontano, emergeva un'isola.
L'imbarcazione arrivò al Monte Missir,
presso il Monte Missir si fermò e rimase come ancorata...
Quando spuntò il settimo giorno,
liberai una colomba e la mandai lontano,
e la mia colomba volò e poi tornò indietro.
Poiché non aveva trovato un posto dove posarsi, tornò indietro.
Presi una rondine e la lasciai volare, e la mia rondine volò via e ritornò,
poiché non aveva trovato un posto dove posarsi, tornò indietro.
Presi un corvo e lo lasciai volare
e il corvo volò via e vide che lo specchio dell'acqua si abbassava;
esso si nutrì, volò intorno, gracchiò e non tornò più indietro."
Il campo in cui gli Assiri e i Babilonesi (specialmente questi ultimi, più studiosi e pacifici) stamparono l'orma più profonda, fu quello delle scienze matematiche e astronomiche. Favoriti dall'eccezionale limpidezza del cielo, i loro astronomi, che erano quasi sempre sacerdoti, dalle torri dei palazzi e dei templi scrutarono i movimenti degli astri e ne ricavarono gli elementi per suddividere, forse per primi, l'anno solare in 12 mesi e in 365 giorni. Ad essi risale inoltre l'invenzione dell'astrologia, presunta scienza che ritiene di poter predire il destino di un uomo in base all'astro che domina in cielo il giorno della sua nascita.
Torna all'indice