29.6 Il calendario di Cesare
Anche la riforma "del calendario" è stata duratura. In una città governata da magistrati annuali un calendario accurato era essenziale, ma l'antico calendario romano procedeva piuttosto con approssimazione. Dodici mesi lunari di ventinove o trenta giorni facevano un anno di soli trecentocinquantacinque giorni. Era cosa nota che questo era troppo corto, e il rimedio usato era che di tempo in tempo il Pontefice Massimo introduceva un tredicesimo mese. Se questo fosse stato fatto ogni tre anni, il calendario non avrebbe avuto mai più che tre settimane fuori passo con il sole; ma la solenne e lunga cerimonia della proclamazione del mese intercalare era spesso rinviata da un Pontefice che fosse anche un politico occupato in molte altre cose; e un tredicesimo mese era un prolungamento considerevole di una carica annuale, che poteva essere assicurato come un favore ai Consoli. Anche Cesare era stato Pontefice per molti anni, [...] ma allora egli era stato assente 13 anni per le campagne militari [...]
Gli abitanti di città possono giudicare il problema irrilevante; i nostri mesi sono divisioni arbitrarie che non corrispondono ad avvenimenti astronomici straordinari; se giugno si chiami agosto, nessuno ne soffre. Ma i contadini regolano l'aratura e la semina secondo il calendario, ed un uomo a cui sia stato insegnato dal padre a seminare il suo grano in autunno, quando il "cavallo di ottobre" sia sacrificato a Marte, verrà a trovarsi in difficoltà se questa celebrazione arrivi ogni anno 10 giorni prima.
Come Pontefice Massimo e come Dittatore Cesare avrebbe potuto sistemare il calendario per il suo tempo con un tratto di penna. Ma la sua mente inquieta e indagatrice non poteva essere soddisfatta che con la perfezione e in questo campo come in molti altri egli non si curò in alcun modo dei precedenti. Egli affidò al più grande astronomo del tempo, Sosigene di Alessandria, l'incarico di calcolare la durata vera dell'anno solare. Sfortunatamente questo non può essere diviso esattamente in giornate di ventiquattro ore, e la migliore approssimazione possibile, calcolata con gli strumenti del tempo dava come risultato 365 giorni e un quarto. Così Cesare allungò i mesi in modo da fare l'anno di 365 giorni con un giorno supplementare a febbraio ogni quattro anni, cosa ormai divenuta familiare per noi. Egli stabilì anche che il primo gennaio fosse l'inizio del nuovo anno a tutti gli effetti. [...] Come tocco finale il Senato decretò che il mese della nascita di Cesare che era noto come quintile, fosse chiamato mese Giulio, il nostro moderno luglio.
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