30.2 Ottaviano e il secondo triumvirato
Due erano i protagonisti del dramma politico di Roma in quel momento: Antonio e il Senato, ma all'improvviso venne ad aggiungersi un terzo personaggio destinato ad assumere il ruolo principale: Caio Ottavio, erede testamentario dei beni del dittatore scomparso, suo pronipote e figlio adottivo (donde il nome da lui assunto di Caio Giulio Cesare Ottaviano). Era questi un giovane gracile di appena diciannove anni, che nascondeva sotto l'apparenza affabile e riservata uno straordinario acume politico e un'ambizione tenace. Dinnanzi alle ostilità di Antonio, che subodorava in lui un rivale, Ottaviano si accostò al Senato e, ottenuto da questo il comando di un esercito vinse Antonio nei pressi di Modena. Ma subito dopo, avendogli il Senato rifiutato il consolato perché non aveva ancora l'età legale, si accordò improvvisamente con Antonio e Lepido dando vita al secondo triumvirato (43 a. C.). Questo triumvirato a differenza del primo, non fu solo un accordo privato, poiché il Senato, sia pure a malincuore, si rassegnò a considerarlo come una magistratura straordinaria della repubblica, riconoscendo ai triumviri poteri illimitati per cinque anni.
Il popolo da parte sua accolse in generale con favore il nuovo triumvirato, poiché sperava che raccordo tra i più influenti seguaci di Cesare allontanasse il pericolo di nuove guerre civili.
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