39.5 Conquiste di Giustiniano: la guerra gotico-bizantina
Giustiniano nutrì pure l'ambizioso proposito di ricostruire intorno a Costantinopoli l'unità mediterranea già realizzata da Roma e infranta dalle invasioni barbariche. L'impero d'Oriente si considerava il legittimo continuatore dell'autorità imperiale romana, e anche parecchi Stati barbarici, che in pratica erano da esso indipendenti, lo riconoscevano per tale. Giustiniano attuò il suo disegno strappando l'Africa ai Vandali, le coste orientali della Spagna ai Visigoti e, nel corso degli stessi anni, l'Italia agli Ostrogoti. Il pretesto alla conquista dell'Italia, durata 18 anni (535-553) fu offerto dalla morte di Amalasunta. Con lei, dato che anche Atalarico era morto, si era estinta la dinastia di Teodorico, al quale il governo di Costantinopoli aveva concesso il vicariato dell'Italia. L'imperatore dunque, aveva il diritto di rivendicare la sua sovranità sulla penisola. Energica fu la resistenza degli Ostrogoti; tuttavia, il generale bizantino Belisario, muovendo dalla Sicilia, riuscì a risalire la penisola fino a Ravenna, dove catturò il valoroso re Vitìge inviandolo prigioniero a Costantinopoli. Ma il richiamo di Belisario dall'Italia, dovuto a intrighi di corte, rianimò gli Ostrogoti, che sotto la guida del magnanimo re Baduila, detto Tòtila, ossia "l'immortale" riconquistarono quasi tutto il territorio perduto ad eccezione di Ravenna e Ancona.
Malgrado questa strenua e valorosa difesa, nel 552 nell'Umbria, a Tagina, essi furono schiacciati da un nuovo esercito inviato in Italia da Giustiniano, al comando del vecchio ed esperto Narsete. Tòtila morì nella battaglia in seguito alle ferite riportate.
L'anno dopo anche le ultime schiere gotiche, guidate da Teia, vennero battute e disperse alle falde del Vesuvio.
Con questa sconfitta crolla il regno ostrogoto in Italia.
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