4.6 Decadenza del popolo ebreo
Nella parte settentrionale della Palestina si formò il regno d'Israele, i cui abitanti non seppero restare fedeli alle antiche tradizioni e alla religione nazionale; più a sud, invece, si costituì il regno di Giuda, che mantenne la capitale a Gerusalemme.
Nel 722 a. C. il regno d'Israele fu conquistato dagli Assiri e nel 586 a. C. quello di Giuda fu invaso da Nabucodonosor, che trascinò schiava a Babilonia la maggior parte della popolazione.
Durante il periodo della schiavitù babilonese, durato cinquant'anni, uomini saggi, ispirati da Dio, i cosiddetti profeti, esortarono gli Ebrei a non dimenticare l'antica fede e a sperare nella venuta di un liberatore o Messia, che avrebbe fatto risorgere la loro nazione.
Dopo il 538 a. C., quando il secondo impero babilonese fu abbattuto dai Persiani, gli Ebrei poterono ritornare in patria e ricostruire il tempio di Gerusalemme. Ma il regno di Giuda sopravvisse dapprima come vassallo dei Persiani, poi di Alessandro Magno e dei suoi successori.
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