4.10 La famiglia nella società ebraica
Il quarto Comandamento santificava la famiglia, seconda per importanza soltanto al Tempio [di Gerusalemme], nella struttura della società giudaica; gli ideali da cui questa istituzione [ossia la famiglia] fu contrassegnata, sopravvissero attraverso la storia europea medievale e moderna sino alla nostra rivoluzione industriale che tutto disintegra. La famiglia patriarcale ebraica era una vasta organizzazione economica e politica, composta dal maschio sposato più anziano, dalle sue mogli, dai suoi figli non sposati, dai suoi figli sposati con le loro mogli e figli, e forse da alcuni schiavi. Il valore economico [della famiglia] stava nei vantaggi che essa presentava per la coltivazione del suolo; quello politico nel fornire un'organizzazione sociale così forte da rendere lo Stato, fuorché in guerra, quasi superfluo. L'autorità del padre era praticamente illimitata; la terra gli apparteneva e i suoi figli potevano sopravvivere soltanto obbedendogli; egli era lo Stato. Se era povero poteva vendere la figlia, prima della sua pubertà, come schiava; e se pure a volte accondiscendeva a chiederne il consenso, aveva pieno diritto di disporre di lei come voleva anche nel matrimonio [...]
Le istruzioni di Jahvè alla moglie erano: "il tuo desiderio sarà per tuo marito, ed egli governerà su di te". Benché tecnicamente soggetta, la donna godeva spesso di elevata autorità e dignità; la storia degli Ebrei brilla dei nomi di Sara, Rachele, Miriam ed Esther; Debora fu uno dei giudici di Israele [...] La donna madre di molti bambini era certa d'avere sicurezza e onore. Infatti la piccola nazione aspirava ad aumentare e a moltiplicarsi, poiché sentiva, come accade nella Palestina odierna, la sua pericolosa inferiorità numerica di fronte ai popoli che la circondavano; per questo esaltava la maternità, bollava a fuoco il celibato come un peccato e un reato, rendeva obbligatorio il matrimonio dopo i vent'anni anche ai sacerdoti, detestava le vergini in età da marito e le donne sterili [...] e considerava [...] [i] mezzi per limitare la popolazione, "abomini pagani il cui puzzo offendeva le narici del Signore". E quando Rachele vide che non dava figli a Giacobbe invidiò la sorella; e diceva a Giacobbe: "Dammi dei figli, oppure io morirò". La sposa perfetta era colei che lavorava continuamente entro e fuori di casa, e non aveva pensieri fuorché per il marito e per i figli.
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Basilisco:
grosso rettile innocuo dell'America Centro-Meridionale. Nell'antichità e nel Medioevo si dava questo nome a un animale leggendario che dava la morte con lo sguardo.
Decalogo:
parola greca composta di deca = dieci e logos = discorso. È l'insieme dei dieci precetti dettati da Dio a Mosè.
Idolatria:
adorazione degli idoli.
Issopo:
pianta odorosa che appartiene alla famiglia delle labiate.
Politeismo:
culto di più dei (dal greco polùs = molto e theòs = dio). Politeistiche sono le religioni pagane della maggioranza dei popoli antichi e ancor oggi di molte popolazioni primitive. Monoteismo invece è il culto di un solo dio (mònos = uno). Sono religioni monoteistiche la cristiana, l'ebraica e l'islamica.