35.8 Le terme romane
L'ora dell'apertura dei bagni era il mezzogiorno, quando si accendevano i forni, l'entrata e l'uscita del pubblico variava secondo i regolamenti locali. Le terme di Roma rimanevano aperte dal mezzogiorno all'imbrunire, il segno dell'apertura e della chiusura era dato mediante una specie di gong che faceva ufficio di campanella. Una limitazione fu introdotta da Adriano il quale prescrisse che l'ingresso non cominciasse se non dopo le due pomeridiane, eccezione fatta per i malati. Si ha notizia di terme delle città di provincia che rimanevano aperte anche qualche ora della notte specialmente dove i locali erano insufficienti rispetto alle esigenze della popolazione.
Il modo di fare il bagno era naturalmente vario secondo i gusti, l'età e la salute, ma sempre si cercava di alternare il bagno freddo col caldo. Il bagno freddo, fosse semplice abluzione ovvero il nuotare e tuffarsi nella piscina natatoria, non si faceva se non quando il corpo era riscaldato e i pori bene aperti in seguito al bagno caldo, o a una più o meno lunga permanenza nel Laconicum, o a una energica ginnastica nello sphaeristerium. I più pigri, prima di entrare nell'acqua fredda facevano un lungo bagno di sole. [...] I bagnanti, tranne i più poveri, erano accompagnati da un codazzo di servi: l'uno assisteva il padrone durante il bagno [balneator] un altro gli faceva il massaggio [unctor, aliptes, o anche, se particolarmente esperto nelle cure del corpo, iatraliptes], un altro ancora aveva l'ufficio di depilarlo [alipilus] vi erano poi gli schiavi che portavano la biancheria, stavano a guardia delle vesti ecc. La povera gente ricorreva all'opera dei massaggiatori e depilatori che affollavano le terme, e quando si spogliava, se non voleva lasciar le vesti in balia dei ladruncoli, le depositava, pagando un piccolo compenso, presso il balneator o il capsarius.
I più raffinati conducevano con sé anche i coppieri, ma sembrava fastosa e sciocca ostentazione.
Le terme in Roma erano il maggior centro di vita mondana, e quando verso la metà del pomeriggio vi si riversava la gente libera dalle occupazioni della giornata [...] c'era un chiasso, un tumulto che levava la testa.
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Circo:
questa costruzione aveva la forma di un rettangolo molto allungato in cui uno dei lati minori era curvo; intorno vi erano le gradinate per gli spettatori. L'arena, cioè il luogo dove si svolgeva lo spettacolo, era attraversata nel senso della lunghezza da un basamento (spina) terminante alle estremità con due colonne a forma di cono (mete); i carri in gara dovevano girare intorno a queste mete.
Stadio:
così i Greci e i Romani chiamavano sia le gare di corsa a piedi sia il luogo in cui esse si svolgevano. In età romana la pianta dello stadio corrispondeva a quella del circo, ma in essa non vi era la spina. Oltre che per la corsa, lo stadio serviva anche per le gare di lotta, di pugilato e per altri esercizi ginnici.