39.6 Il governo bizantino in Italia
La guerra tra Bizantini e Ostrogoti era durata diciotto anni e aveva seminato calamità e rovine: città spopolate dai saccheggi e dagli incendi, campagne devastate, popolazioni decimate da pestilenze e da carestie. Finita la guerra, l'Italia divenne una provincia dell'impero d'Oriente; essa tu governata da un funzionario, detto esarca, che pose la sua residenza a Ravenna. Come capitale dell'esarcato bizantino questa città godette ancora per qualche tempo di un relativo benessere e si abbellì di monumenti famosi, come le chiese di San Vitale e di Sant'Apollinare, smaglianti di preziosi mosaici.
Ma da Ravenna gli esarchi non si curarono di aiutare gli Italiani a ricostruire il loro desolato paese, anzi infierirono su di essi con tasse e balzelli; in tal modo le angariate popolazioni, invece di considerare i Bizantini come i liberatori e i restauratori del prestigio imperiale, finirono per vedere in essi soltanto degli oppressori.
In tali condizioni è facile capire come quindici anni dopo, quando si profilò la minaccia di una nuova invasione, i Bizantini rimanessero soli a difendere i confini d'Italia.
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