16.6 Sicilia greca
Si può dire che la metà della Grecia si trova in Sicilia. Non vi è riva della bella Trinacria su cui le stirpi elleniche, specialmente la dorica e la ionica, non abbiano lasciato la propria orma; e, come nei ricordi, la Sicilia contende con la Grecia nelle bellezze naturali.
Scendendo la costa dallo Stretto incontriamo Taormina dorica, che - nel Teatro, dall'alto dell'emiciclo, col mare splendente attraverso l'arco aperto nel colonnato della scena, avendo dinanzi a noi l'Etna striato di lave, e alle spalle, di là dal mare, l'Aspromonte coi suoi duri rilievi addolciti dallo spazio - incide nella nostra memoria un ricordo imperituro.
Proseguendo troviamo Leontini ove il declivio crivellato di tombe ioniche muore nella pianura verde solcata dai meandri del Simèto [gli antichi Campi Lestrìgoni]; e lontano Catania, anch'essa ionica, albeggia tra il mare e la maestosa mole del vulcano [Etna].
Poi Siracusa dorica; e, per comprendere l'immensa città che fu, bisogna recarsi al Castello Eurìalo, il quale chiudeva le mura verso terra, ed è la più bella opera militare che rimanga dell'età greca [...].
Sulla costa volta all'Africa ecco la dorica Agrigento [...] col suo tempio della Concordia quasi intatto, il colonnato del Tempio di Giunone Lacinia, e le quattro colonne angolari del Tempio di Castore e Polluce [...].
Anche qui non solo le architetture, ma altresì l'atmosfera, il profilo della costa, l'aspetto del suolo e della vegetazione sono greci. Più oltre, Selinunte che prima tra le colonie greche di Sicilia raggiunse la potenza e per prima cadde dopo tre secoli di florida vita. Essa richiama la landa solitaria di Troia: conserva l'acropoli alta sul mare dal quale giunsero i Cartaginesi che la distrussero; e nel pianoro a fronte, oltre il luogo dell'antico porto, restano gli avanzi di tre ciclopici templi. Nell'assorto silenzio della rovina e nella disposizione dei massi franati tutti sullo stesso lato è presente lo sconvolgimento tellurico che li rovesciò. Se poi dalla riva penetriamo nell'interno dell'isola troviamo Segesta, e il suo tempio dorico che i secoli hanno rispettato forse perché aspetta ancora di essere compiuto.
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Italia:
secondo alcuni il nome deriverebbe da vìtulus (= vitello) e designerebbe una terra abitata da popolazioni che in questo animale avevano il simbolo della loro stirpe: il totem. Secondo altri invece il nome Italia, attribuito all'estremità montagnosa della Calabria, deriverebbe dalla parola greca Italòi, che significava "abitatori della montagna".
Mura ciclopiche:
mura formate da blocchi grandissimi, non squadrati, che venivano sovrapposti l'uno all'altro senza cemento. Si diceva che esse fossero state costruite dai Ciclopi.