7.7 Gli Achei e le arti
Tra gli Achei soltanto i mercanti e i piccoli scrivani usavano l'arte dello scrivere, che, probabilmente, è giunta fino a loro dalla Grecia micenea; preferiscono il sangue all'inchiostro e la carne all'argilla. In tutta l'opera di Omero vi è un solo riferimento alla scrittura [...] una tavoletta piegata viene data al messaggero, per comandare al ricevente di ucciderlo.
Gli Achei hanno tempo per la letteratura soltanto negli intervalli di pace tra le guerre e i saccheggi; allora il re o il principe raccoglie intorno a sé i sudditi a banchetto, e qualche rapsodo errante, accompagnandosi con la lira, narra in semplici versi le avventure degli eroici antenati: questo per gli Achei è poesia e storia insieme [...]
L'unica arte, oltre la propria, che interessa Omero, è la toreutica, il forgiare in forme plastiche i metalli. Non parla affatto della pittura o della scultura, ma si indugia a lungo a descrivere le scene intarsiate o scolpite sullo scudo di Achille, o disegnate in bassorilievo sulla spilla di Odisseo. [...]
In questa età l'architettura rivolge tutta la propria attenzione ai palazzi, ignorando completamente i templi, proprio al contrario di ciò che succederà all'epoca di Pericle. Udiamo parlare della sontuosa dimora di Paride, che quel principe costruì con l'aiuto dei più abili architetti troiani; della grande magione del re Alcinoo, dalle pareti di bronzo, dai fregi di pasta vitrea azzurra, dalle porte d'argento e d'oro e altre caratteristiche, che appartengono, sembra, piuttosto alla poesia che all'architettura; dice pure qualcosa della residenza regale di Agamennone a Micene e molto del palazzo di Odisseo a Itaca. Il cortile principale di questo palazzo è in parte pavimentato di pietra, circondato da una palizzata, o da un muro di stucco, fornito di stalle per i cavalli, e ha un mucchio di letame fumante sul quale il cane di Odisseo, Argo, riposa al sole. Un grande portico a colonne conduce alla casa; in esso dormono gli schiavi e spesso gli ospiti. All'interno, un'anticamera si apre su una sala centrale col soffitto sostenuto da colonne, e talvolta illuminata non solo dall'apertura del tetto, ma anche da uno stretto spazio, simile a una finestra praticata tra gli architravi e la grondaia. Di notte i bracieri, collocati sopra alti sostegni, emanano un fioco chiarore. Al centro della sala è il focolare; intorno alla sacra fiamma i familiari si riuniscono a sera e, allegramente seduti al caldo, discutono sui vicini, sui bambini e sulle vicissitudini degli Stati.
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