15.4 Matrimoni e funerali
I matrimoni erano considerati riti religiosi perché servivano a perpetuare la famiglia e a venerare il culto degli antenati, che nella religione greca era assai praticato. La donna sposata restava sotto la tutela del marito, ma nella casa aveva molta autorità: dirigeva il lavoro delle ancelle e presiedeva all'educazione dei bambini.
Ecco come Senofonte elenca i compiti di una buona madre di famiglia e di un'avveduta padrona di casa, attraverso i consigli che un marito ateniese dà alla sua sposa:
"Tu dovrai restare in casa e badare che i servi occupati fuori si rechino tutti insieme al lavoro; sorvegliare quelli adibiti alle faccende domestiche, ricevere ciò che verrà recapitato e ripartire ciò che dovrà essere distribuito, predisporre tempestivamente le provviste da mettere da parte e guardarsi dallo sperperare in un mese le scorte previste per un anno. Quando ti sarà recata della lana, dovrai curare che si facciano indumenti per coloro che ne abbisognano, quando ti sarà affidata la scorta di grano, stare attenta che non abbia a deteriorarsi e a divenire immangiabile. Tra tutti i compiti che ti incombono eccone uno che ti parrà forse assai sgradevole: allorché un servo cade ammalato, bisogna che tu ti preoccupi che egli riceva sempre le cure necessarie [...].
Ecco, alla fine, il più dolce dei piaceri! Mostrarti superiore a me marito, fare di me il tuo servitore, non aver a temere che, avanzando l'età, tu abbia ad essere considerata da meno nella casa; acquistare al contrario la sicurezza che, invecchiando, quanto più diverrai per me una buona compagna e per i nostri figli una buona custode della casa, tanto più acquisterai prestigio presso il tuo focolare. Poiché sono le utili virtù, non già la grazia e la bellezza, che fanno aumentare il bene e la felicità degli uomini."
Significato religioso avevano pure i funerali. I morti, a seconda dei tempi, venivano inumati sotto colonne sepolcrali, dette stèle, o arsi su roghi. Le esequie erano talvolta accompagnate da lunghi cortei, ai quali i ricchi facevano intervenire delle donne appositamente pagate per piangere e lamentarsi.
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