19. I Romani fondano la repubblica
19.1 La repubblica e il trionfo dei patrizi
L'istituzione della repubblica fu il trionfo dei patrizi. I re, infatti, durante il loro governo, si erano sempre sforzati di limitare il potere dei nobili, padroni delle proprietà terriere, appoggiandosi alle classi dei commercianti e degli artigiani arricchiti: da qui la sorda lotta che i patrizi avevano condotto contro i re, favorendone la cacciata. Con la caduta della monarchia i plebei peggiorarono la loro sorte, perché rimasero privi di quella protezione che, sia pure per interesse, i re avevano loro accordata.
A capo della repubblica vennero posti due magistrati, i consoli, che erano eletti dai comizi centuriati tra gli appartenenti alla classe patrizia. I maggiori poteri, però, rimasero affidati al Senato, che approvava o respingeva le deliberazioni dell'assemblea popolare, dava pareri (Senatus consulta) ai consoli e agli altri magistrati e assicurava inoltre la continuità di governo nel periodo che intercorreva tra l'uscita di carica dei due consoli e l'elezione dei due successori.
Ma l'accesso al Senato, come pure alle altre magistrature, era riservato ai soli patrizi, i quali prevalevano anche nei comizi centuriati: la nuova costituzione repubblicana ebbe quindi carattere prettamente aristocratico.
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