40.3 Il primo periodo del regno longobardo
Il regno longobardo non aveva una stabile organizzazione centrale. Tra il re e i suoi compagni, o duchi, che si erano divisi il governo dei paesi occupati, non vi erano rapporti precisi regolati da leggi, ma solo vincoli basati sulla forza. I duchi insomma ubbidivano al re quando questi era in grado di incutere paura; se il re era debole o il regno non era minacciato da nemici esterni, i duchi spadroneggiavano a loro piacere. Alboino, il re che aveva condotto i Longobardi alla conquista dell'Italia, morì a Pavia, vittima di una congiura; essa fu ordita con ogni probabilità dall'esarca di Ravenna, ma diretta dalla moglie Rosmunda, la figlia del re dei Gèpidi che era stato ucciso dal feroce condottiero longobardo.
Di questa congiura lo storico longobardo Paolo Diacono dà questi macabri particolari che rivelano quanto barbari fossero i primitivi costumi dei Longobardi:
"Alboino, dopo aver regnato in Italia tre anni e sei mesi, fu ucciso per tradimento dalla moglie [anno 571]. E il modo della morte fu questo: mentre, esaltato più del bisogno, sedeva a mensa in Verona, ingiunse che si mescesse vino alla regina [Rosmunda] nella tazza che egli si era foggiata col teschio del re Cunimondo suo suocero e la invitò a bere allegramente col padre. Udito ciò, Rosmunda, provando in cuore uno strazio immenso né potendo per alcuna maniera calmarlo, si accese subito d'ira a tal segno che giurò di vendicare con la morte del marito quella del padre. Si consultò quindi in fretta con Elmichi, scudiero del re e suo fratello di latte, sul modo di dargli la morte. Costui indusse la regina ad accettare i servigi di Peredeo, uomo assai valoroso. Rosmunda allora, mentre Alboino si godeva beatamente un sonno pomeridiano, ordinò profondo silenzio nella reggia, fece sottrarre al re tutte le armi, tranne la spada, ma questa legò ai piedi del letto in modo che non fosse possibile spostarla o sguainarla. Indi, seguendo il consiglio di Elmichi, introdusse l'uccisore Peredeo. Scossosi Alboino improvvisamente dal sonno e presentendo che si stava per ucciderlo, pose subito mano alla spada, ma non poté estrarla dal fodero essendo legata strettamente. Allora afferrò uno sgabello da piedi e con esso si difese per qualche tempo. Ma non poté giovarsi del proprio valore contro l'assassino e fu ucciso come un imbelle. Così perì colui che era stato celeberrimo per l'uccisione di tanti nemici."
Morto Alboino, dopo il breve regno di Clefi, i duchi per dieci anni non vollero eleggere alcun re. Infine, costretti dalla necessità di difendere i confini minacciati da altre invasioni, innalzarono al trono Autari, figlio di Clefi, il quale sposò la cattolica Teodolinda, figlia del re dei Bavari. Sotto il regno di Autari, e più ancora sotto quello del successore Agilulfo, secondo marito di Teodolinda, la vita delle popolazioni italiane migliorò, perché l'esempio della regina e lo zelo fervidissimo di papa Gregorio I spinsero il re, la corte e buona parte del popolo longobardo a convertirsi alla fede dei vinti e ad accogliere nello stesso tempo, costumi più miti.
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