40.7 Caduta del regno longobardo
Né più fortunato fu il successore di Astolfo, Desiderio. Egli aveva tentato di stringere un'alleanza con la monarchia franca facendo sposare ai figli di Pipino, Carlomanno e Carlo, le sue due figlie Gerberga ed Ermengarda; ma Gerberga morì ed Ermengarda, ripudiata da Carlo, venne rinviata alla corte di Pavia.
Sciolto quindi ogni vincolo di parentela fra Franchi e Longobardi, quando il papa Adriano I si rivolse a Carlo per ottenere il suo aiuto contro le ingerenze di Desiderio, Carlo capì subito l'importanza di un intervento in Italia e vi scese con un forte esercito, per difendere il pontefice, ma in realtà perseguendo le proprie mire espansionistiche.
L'esercito franco batté dapprima i Longobardi alle Chiuse, dove la valle di Susa sbocca nella pianura padana, e costrinse Desiderio a chiudersi in Pavia. Abbandonato da tutti i suoi e impossibilitato a sostenere più a lungo l'assedio, nel 774 il re longobardo si arrese e andò a finire i suoi giorni in un monastero francese.
Carlo si incoronò in Pavia re dei Longobardi con la corona ferrea appartenuta alla regina Teodolinda e donò nuove terre al Papa. Degli antichi domini longobardi solo il Ducato di Benevento continuò a conservare, per un certo periodo, la propria indipendenza.
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