5.9 Posizione geografica della Fenicia
[...] la regione nel suo insieme resta compressa tra i monti ed il mare, con la conseguenza di una separazione storica dall'entroterra che l'avvento di forti popolazioni e dei loro stati, intorno al 1200 a. C., renderà particolarmente notevole. In secondo luogo, il frazionamento interno della regione ostacola la formazione di entità politiche e più di una coscienza unitaria, facendo invece prevalere gli Stati e le comunità cittadine. In terzo luogo, la naturale via di espansione per le genti di questa terra è il Mediterraneo: il che puntualmente si verifica, allorché entrano in crisi altre genti che prima ne avevano controllata la navigazione; e vale finché nuove genti non subentreranno [...]
La costituzione delle città fenicie è molto tipica: esse erano generalmente fondate sui promontori rocciosi, sì che potevano disporre di due porti, uno al nord ed uno al sud, secondo i venti e le stagioni. Inoltre, quando possibile, erano utilizzati gl'isolotti antistanti alla costa, dove era agevole fortificarsi, isolarsi e difendersi a lungo in caso di assedio: tali furono due grandi centri fenici, Arado e Tiro, quest'ultimo più tardi congiunto alla terraferma per mezzo di un terrapieno fatto costruire da Alessandro Magno.
La proiezione marittima delle città fenicie, connessa alle condizioni geografiche e storico-politiche [...] determinò la loro irradiazione lungo le vie mediterranee e la fondazione di una serie di punti d'approdo o empori per le loro navi. In questa irradiazione, [...] i Fenici cercarono le stesse condizioni d'insediamento della madrepatria: promontori ed isolotti [...] esempi del primo tipo sono Cartagine, Nora, Bitia; esempi del secondo Mozia, S. Antioco, Cadice, Mogador. Inoltre, i Fenici cercarono di spaziare gli insediamenti a regolari intervalli, sì che servissero di approdo durante le lunghe navigazioni.
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