27.6 Vittoria e dittatura di Silla
Il trionfo di Mario era stato però di breve durata, perché la morte lo aveva colto quasi improvvisamente nell'86 a. C., all'inizio del suo settimo consolato. Silla, conclusa la guerra in Oriente e ritornato in Italia alla testa di un esercito che la vittoria e i pingui bottini avevano reso docile strumento delle sue ambizioni, sconfisse i democratici, guidati da Cinna, a Porta Collina e si fece concedere dal Senato la dittatura senza limite di tempo, con diritto di vita e di morte su tutti i cittadini. Questa carica illegale - la costituzione romana stabiliva infatti che la dittatura non potesse durare più di sei mesi - fu un grave colpo per le istituzioni repubblicane. Le vendette contro i democratici e i partigiani di Mario furono assai crudeli e non risparmiarono nessuno; si giunse perfino a compilare liste di persone poste fuori legge che chiunque poteva uccidere e accusare impunemente e i cui beni dovevano essere confiscati (tavole di proscrizione), andando ad arricchire il dittatore e i suoi amici oltre al delatore.
Ad una di queste famigerate liste si riferisce il seguente episodio, narrato da Diodoro Siculo:
"Esposta nel foro la tabella delle proscrizioni, un'immensa folla corse subito a leggerla, commiserando per la maggior parte la sorte dei condannati. Ma vi fu un tale che giunse a tal punto di perversità da insultare quei disgraziati pronunciando sfacciatamente a gran voce improperi contro di loro. A un tratto, però, costui fu colpito dalla vendetta di qualche nume: infatti, avendo letto in calce alla tabella anche il suo nome, si coprì il capo con la toga e cominciò a fuggire facendosi largo nell'immensa calca; ma, riconosciuto da uno che gli stava vicino, fu smascherato e ucciso con grande soddisfazione di tutti quanti."
Tuttavia attraverso questa crudele politica, Silla poté, almeno in parte, risolvere il problema della distribuzione delle terre; le proprietà terriere, infatti, confiscate attraverso le proscrizioni, furono divise tra i fedeli soldati del dittatore in piccoli lotti che non potevano essere ceduti. In tal modo venne ridato un certo vigore alla classe dei contadini che stava attraversando un periodo di crisi.
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