11.6 La battaglia di Salamina
Quando gli Ateniesi appresero che ogni barriera tra Atene e i Persiani era caduta, fu proclamato che ogni Ateniese dovesse cercar di salvare la propria famiglia come avesse potuto. Alcuni fuggirono a Egina, altri a Salamina e altri a Trezene; alcuni degli uomini furono arruolati per colmare i vuoti della flotta di ritorno dall'Artemisio. Plutarco ci descrive la scena commovente degli animali domestici della città, che avendo seguito i padroni fino alla riva del mare si misero a mugolare pietosamente allorché le navi si allontanarono [...]. Possiamo farci un'idea dell'eccitamento di quei giorni ricordando l'episodio di quell'ateniese che, avendo proposto in Assemblea la resa, fu ucciso sul posto; dopo di che una folla di donne invasate si recò alla sua casa e ne lapidò la moglie e i figli. Al suo arrivo Serse trovò la città quasi deserta e la abbandonò al saccheggio e al fuoco. Subito dopo, la flotta persiana, forte di mille e duecento unità, entrò nella baia di Salamina. Contro di essa erano schierate trecento triremi greche ancora sotto comandi separati [...]. Deciso a costringere i Greci all'azione Temistocle ricorse a uno stratagemma che avrebbe potuto costargli la vita se i Persiani avessero vinto. Egli inviò uno schiavo fidato a Serse per dirgli che i Greci intendevano salpare durante la notte, e che i Persiani avrebbero potuto impedire tale azione solo circondando la flotta greca. Serse accettò il consiglio, e la mattina seguente, con ogni via di scampo bloccata, i Greci furono costretti a dar battaglia. Serse, in osservazione dalle falde del monte Agelao sulla costa attica di fronte a Salamina, seguiva l'azione e annotava il nome di quelli tra i suoi uomini che combattevano con particolare coraggio. La superiorità della tattica nautica degli Elleni, la confusione di lingue e di idee e la quantità di inutili navi degli Orientali, risolsero la battaglia a favore dei Greci. Secondo Diodoro gli invasori perdettero duecento navi contro quaranta dei Greci; ma noi non conosciamo la versione persiana della storia. Pochi Greci, anche tra quelli che si trovavano sulle navi affondate, morirono, poiché, essendo ottimi nuotatori, riuscirono a scampare a nuoto fino alla riva. I resti della flotta persiana fuggirono verso l'Ellesponto [...]. Serse lasciò 300.000 uomini sotto il comando di Mardonio, e con il resto delle sue truppe tornò umiliato a Sardi [...].
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Avanguardia:
reparto che nelle marce precede il grosso dell'esercito.
Contingenti:
nel linguaggio militare indica il quantitativo di soldati che una città, una regione o uno Stato deve fornire.
Guerriglia:
guerra fatta di scaramucce, di imboscate o atti di sabotaggio, compiuti generalmente da schiere di insorti contro un esercito regolare.
Stratega:
in greco significava semplicemente "condottiero di eserciti"; oggi la parola ha assunto il significato di "conoscitore dell'arte militare". Di qui il termine strategia, che significa "arte di ben dirigere gli eserciti, le azioni militari".
Trireme:
nave usata specialmente nella marina da guerra ateniese del V e IV secolo a C. Il nome viene spiegato in due modi: secondo alcuni la nave aveva tre ordini di remi sovrapposti; secondo altri, un equipaggiamento triplicato rispetto a quello delle navi usate precedentemente.