15.9 La sorte del Partenone
La storia del Partenone si può riassumere in breve. Cominciato nel 447 a. C., nel 438 era pronto per ricevere la grande statua di Atena Parthènos [vergine, donde il suo nome]. Ma, a quanto pare, allo scoppio della guerra del Peloponneso nel 431, mancavano ancora gli ultimi tocchi. Sembra che rimanesse poi inalterato fino a quando fu convertito in chiesa, ai tempi bizantini: abbiamo la testimonianza precisa di Pausania del secondo secolo dell'era cristiana, il quale ci assicura che ai suoi tempi sorgeva ancora intatto. Nel tempio antico l'oggetto centrale era la statua della divinità, nel culto della quale non era seguita sempre la stessa liturgia. I trasformatori del Partenone trovarono necessario togliere il muro trasversale che divideva la grande cella nei secoli del paganesimo, e farvi l'aggiunta di un'abside all'estremità orientale. Nel 1458 i Turchi presero Atene; e il tempio subì una nuova incarnazione diventando moschea. Ma questa volta non pare che la struttura subisse altre modificazioni o danni. L'edificio rimase, si può dire, intatto fino a quel fatale anno 1687, quando i Veneziani, comandati da Francesco Morosini, il Peloponnesiaco, assediarono i Turchi nell'Acropoli, e una bomba cadde nel deposito di polvere stabilito nel Partenone, facendo saltare la parte centrale di esso. Altri danni fece il Morosini, col tentativo di rimuovere i cavalli della quadriglia di Atena dal frontone occidentale [...]. Una definitiva manomissione arrecò Lord Elgin, che nel 1801 asportò quasi tutte le sculture che rimanevano ancora nei timpani, e insieme una gran parte del fregio, parecchie metope, e altri pezzi dell'edificio. Dopo [...] aspre discussioni in Parlamento [in Inghilterra] tali sculture finirono con l'essere acquistate, nel 1816, per la Nazione britannica, e costituiscono da allora il maggior vanto del Museo Britannico [di Londra].
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