17.5 La religione
L'impronta contadina della prima società romana trova conferma nella religione e nei culti. Agresti erano le più antiche divinità; esse personificavano le forze naturali che influivano sulla vita di chi lavorava la terra. Accanto ad esse si veneravano dei casalinghi e familiari, protettori della casa e della vita domestica.
Più tardi, quando Roma estese le sue conquiste e venne a contatto con la civiltà greca, molte delle sue divinità naturali si identificarono con quelle greche alle quali sembravano maggiormente affini. Queste ultime finirono anzi col prevalere sulle più antiche divinità romane. Nel suo complesso la religione romana, come quella greca, presentava una serie di dei familiari e una serie di divinità pubbliche.
Tra gli dei familiari figuravano: i Mani, ossia le anime degli antenati, riguardate come spiriti protettori della famiglia; i Lari, protettori del focolare, ai quali in ogni casa si erigeva un piccolo altare ove era alimentato il fuoco sacro; i Penati, divinità domestiche raffigurate in piccole statue che la famiglia portava seco quando mutava alloggio; e infine divinità minori per le singole parti della casa, come Giano, protettore della porta.
Le principali divinità pubbliche erano: Vesta, protettrice del fuoco sacro dell'intera città, al cui culto presiedevano le sacerdotesse dette Vestali; Quirino, nome con il quale venne adorato Romolo dopo la sua morte; Giano bifronte, il dio che custodiva le porte di Roma, onorato in un tempio che restava aperto solo nei periodi di guerra. Tra le divinità pubbliche si annoveravano pure tutte le divinità derivate dalla religione greca. Di esse abbiamo già detto parlando dei Greci; ma è bene sottolineare l'importanza che i Romani diedero al culto di Giove e di Marte, perché questi due dei interessavano in particolar modo la vita dei contadini: Giove rappresentava il cielo da cui provengono e pioggia e neve e sole, fattori indispensabili alla prosperità agricola; Marte simboleggiava invece quelle calamità che ostacolano il lavoro umano, di cui la guerra è una delle più funeste.
Anche le divinità più antiche, come Saturno, dio della semina, Pale, protettrice dei pascoli, Fauno, genio delle selve e degli armenti, confermano la stretta relazione che legava le credenze religiose dei primi Romani alle loro fondamentali abitudini contadine.
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