18.10 Il primitivo governo di Roma
Il re era il supremo capo politico, militare e religioso. Egli governava con l'assistenza del Senatus, composto da 300 senatori che erano i capi delle gentes; fra i compiti dei senatori era compresa anche l'elezione del re.
Quando però parliamo di re o di senatori non dobbiamo essere indotti a evocare immagini di maestà o di dignità eccezionali, né pensare a corone, a scettri o a mantelli di porpora; il re di una piccola città di contadini e di pastori era solo colui che reggeva e sovrintendeva (rex deriva da règere), e i senatori, detti in latino patres, (padri) non erano altro che i capi delle famiglie più ragguardevoli cui spettava il compito di emettere pareri sulle questioni più gravi.
Il populus esercitava i suoi diritti civili partecipando alle assemblee o comitia, che si tenevano nel Foro. Le prime di queste assemblee furono i comizi curiati, così detti perché ad essi i cittadini partecipavano ordinati per curie (che erano l'insieme di varie gentes), a ciascuna delle quali spettava un unico voto. Le curie erano trenta, dieci per ognuna delle tre tribù (Ramnensi, Tiziensi, Luceri) nelle quali era in origine divisa la cittadinanza romana: esse si rifacevano nella loro divisione ai tre gruppi, latino, sabino ed etrusco, dai quali Roma aveva derivato la sua origine.
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