18.7 Tarquinio il Superbo
Fu questo secondo Tarquinio, detto poi il Superbo, colui che dopo il regicidio riuscì ad ascendere al trono; ma il suo contegno dispotico e offensivo disgustò i cittadini che, nonostante i successi da lui ottenuti guerreggiando con Latini, Sabini, Volsci ed Etruschi e nonostante l'impulso da lui dato ai commerci, lo sbalzarono dal trono e lo scacciarono dalla città.
Il fatto che avrebbe dato occasione alla rivolta è così narrato da Eutropio, scrittore latino del IV sec. nel suo Compendio di Storia romana:
"Lucio Tarquinio Superbo settimo e ultimo re, [...] mentre assediava Ardea, città situata a diciotto miglia da Roma, perdette la corona. Infatti avendo il figlio di lui, Tarquinio il Giovane, oltraggiato Lucrezia, donna assai nobile e pudica, moglie di Collatino, essa, dopo essersi lagnata dell'affronto col marito, col padre e cogli amici, si uccise alla presenza di tutti loro. Per la qual cosa Bruto, sebbene parente di Tarquinio, sollevò il popolo e tolse il regno a Tarquinio. Ben tosto l'esercito, che, sotto gli ordini del re, assediava Ardea, lo abbandonò; e, quando il re venne a Roma, trovò le porte chiuse e non fu lasciato entrare; e dopo un regno di venticinque anni, dovette fuggire con la moglie e coi propri figli."
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