15.11 Ciò che dobbiamo ai Greci
Il patrimonio civile del mondo moderno è derivato, in gran parte, dai Greci, i quali lo trasmisero a noi per il tramite dei Romani.
Nel campo della vita materiale i Greci non hanno stampato orme originali; essi si sono limitati, in generale, a conservare - magari perfezionandoli - i risultati raggiunti dai popoli orientali; notevole tuttavia è stato l'incremento da essi offerto ad alcune tipiche colture mediterranee, come la vite e l'ulivo, che essi diffusero in quasi tutti i paesi dove si stanziarono le loro colonie.
Ben più profonde sono invece le orme impresse dai Greci nel campo delle istituzioni umane e in quello intellettuale ed artistico. I Greci furono i primi a fare dello sport una manifestazione significativa della vita civile sia a livello individuale sia collettivo; l'ispirazione religiosa che aleggiava nei loro giochi è oggi scomparsa ma è rimasto l'ardore e la volontà di leale emulazione che li animavano, tanto che noi moderni continuiamo a chiamare Olimpiadi le più importanti competizioni sportive internazionali.
Sul piano degli ideali civici, anche se non hanno saputo o potuto conseguire l'unità politica, hanno espresso e superbamente affermato sentimenti e valori tuttora operanti nelle nostre coscienze, quali l'amore della patria e della libertà. Gli Ateniesi, gli Spartani, i Tebani, caduti a Maratona, alle Termopili e a Mantinea, hanno legato alla posterità esempi così nobili di amore di patria che ancor oggi destano echi vibranti, nonostante le amare esperienze del nostro secolo.
Ma è soprattutto nell'indomito attaccamento alla libertà e allo spirito di iniziativa individuale che essi hanno dato la misura più precisa del loro valore civico, valore che giustifica il loro orgoglioso sentimento di superiorità nei confronti dei barbari, e cioè dei popoli non greci, che accettavano di ubbidire passivamente ai cenni dei monarchi dispotici. Furono i Greci e specialmente gli Ateniesi ad esprimere e sperimentare le prime forme di democrazia ossia di costituzioni politiche atte, meglio di ogni altra, a garantire la solidale convivenza di tutti i cittadini senza mortificare o reprimere la libertà dei singoli. I principi della democrazia ateniese - con le variazioni dovute alla diversità delle situazioni storiche - sono tuttora presenti nelle più progredite democrazie dei nostri tempi: governo del popolo esercitato da esso direttamente o per mezzo di suoi rappresentanti liberamente eletti, accesso alle pubbliche magistrature aperto a tutti, controllo delle Assemblee elette dai cittadini sull'operato dei magistrati e dei governanti, istituzione di tribunali popolari, corresponsione di indennità ai designati ai pubblici incarichi e magistrature, sussidi statali ai cittadini bisognosi.
Nella sfera del sapere scientifico, il merito maggiore dei Greci sta nell'aver organizzato la matematica come scienza, dando ordine razionale alle frammentarie ed empiriche cognizioni di geometria e aritmetica degli Egiziani e dei Mesopotamici; ancor oggi nelle nostre scuole si insegna la geometria di Euclide e si spiegano i teoremi di Talete e di Pitagora, insieme con i principi di Archimede che esprimono fondamentali intuizioni di fisica. Ad Archimede si devono pure applicazioni tecniche e costruzioni di macchine che dimostrano come i Greci, limitatamente ai mezzi materiali di cui disponevano, non trascurarono, specialmente nell'età ellenistica, le ricerche pratiche e sperimentali. In medicina, ad esempio, fecero molte scoperte ed osservazioni acute, tanto che il greco Ippocrate viene considerato come il "padre" di questa scienza.
Ma dove l'ingegno greco doveva esprimere nella misura più profonda e duratura la sua straordinaria vocazione per l'indagine razionale fu nel campo della filosofia: Platone e Aristotele, per limitarci ai nomi più famosi, espressero voci che vibrarono con continuità nella cultura dei secoli successivi e che tuttora si avvertono anche nella nostra. Nella poesia, nelle lettere, nell'oratoria, nel teatro i Greci, come si è visto più particolarmente nelle pagine precedenti, espressero pure capolavori così alti e perfetti che noi a distanza di millenni li definiamo "classici" ossia modelli insuperabili di espressione di valori umani.
Essi sono la guida dei nostri studi e del raffinamento del nostro gusto e formano l'oggetto di continue letture e meditazioni.
Ugual tributo di ammirazione e di consenso riconosciamo alla produzione dell'arte greca, dalla quale sprigiona il fascino di quell'armonico senso di proporzione e di misura che è la tipica, ineguagliata meraviglia dello spirito ellenico. I monumenti e le statue degli artisti greci hanno ispirato la rinascita artistica dei secoli XV e XVI e ancora ai nostri tempi sono modelli di stile cui attingono ammaestramenti e ispirazione architetti, scultori e cultori della bellezza.
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Coro:
indicava in origine l'insieme di coloro che eseguivano una danza e contemporaneamente cantavano. In seguito il termine designò solamente coloro che cantavano insieme una musica, ed anche la musica stessa.
Diritti civili:
erano tutti quelli che riguardavano la vita privata del cittadino, e cioè la possibilità di sposare, di esercitare commerci, di andare in guerra.
Diritti politici:
erano invece quelli che chiamavano il cittadino a partecipare alla vita politica dello Stato, a prendere parte all'elezione dei magistrati o accedere alle cariche pubbliche.
Lirica:
era detta la poesia greca che nella recitazione veniva accompagnata dal suono del flauto o di un particolare strumento a corde detto lira.