2.4 L'ordinamento politico e sociale
Il re, chiamato faraone dal nome del palazzo in cui abitava, era considerato figlio del Sole, la maggiore divinità del paese; perciò era oggetto di onori divini e di forme spettacolari di culto. Lo scettro e la verga simboleggiavano il suo potere assoluto esercitato più spesso con saggezza che con crudeltà. Un faraone della XII dinastia Amenemhet I che regnò dal 2000 al 1970 a. C. nella Istruzione, scritta per guida del proprio figlio e successore, si mostra orgoglioso di essere stato un buon sovrano:
Io coltivai il frumento. Io amai il dio dei cereali [...]; in ogni valle il Nilo ebbe le mie preghiere. Nessuno conobbe la fame e la sete durante il mio regno. Tutti approvavano ciò che io facevo, e dicevano di me: "Ogni suo comando è saggio".
Dopo il monarca, i personaggi più influenti erano i sacerdoti, che erano anche medici, astronomi, ingegneri, magistrati.
Al di sotto dei sacerdoti stavano gli scribi, funzionari istruiti in apposite scuole, che dirigevano l'amministrazione statale.
I soldati costituivano la terza classe privilegiata: essi esercitavano ereditariamente il mestiere delle armi e traevano i mezzi di sostentamento dalle terre assegnate loro dal faraone. Gli Egiziani però erano un popolo pacifico, e l'esercito, benché assai agguerrito, non fu mai molto numeroso.
L'ultima classe, senza privilegio alcuno, era formata dal popolo.
Al di sotto di tutti stavano gli schiavi, sulle cui spalle gravavano occupazioni faticosissime e, non di rado, massacranti: costruzioni di monumentali edifici, manutenzione di canali, di strade ecc.
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