6.5 I mezzi di comunicazione, il commercio, l'agricoltura
L'impero era servito da un'articolata rete stradale che assicurava un regolare servizio postale e la prosperità del commercio, favorita anche dall'introduzione del darico, una moneta d'oro fatta coniare dal re Dario per regolare il pagamento dei tributi. Il commercio però era esercitato da stranieri, poiché i Persiani ritenevano che tale attività fosse contraria ai sentimenti di schiettezza e di onestà raccomandati dalla loro religione. La loro occupazione preferita fu invece l'agricoltura, che era esaltata anche nel libro sacro l'Avesta. In esso si diceva:
"L'azione più pura è quella di far germogliare sulla terra robuste, floride messi. Chi semina grano e lo fa con purezza, agisce come se avesse dato vita a cento creature, a mille opere, o recitato mille preghiere."
[In accordo con l'esaltazione dell'agricoltura, l'Avesta valorizzava la prole e la buona riuscita economica della famiglia.] "L'uomo che ha una moglie è di molto superiore a colui che vive in continenza; colui che ha una casa a chi non ne ha; chi ha figli a chi non ne possiede; chi ha ricchezze al povero." "O Creatore del mondo materiale, tu solo Santo [chiede il profeta Zaratustra al dio supremo Ahura Mazda] qual è il secondo luogo dove la terra si sente più felice?" [Risponde il dio] "È il luogo dove uno dei fedeli erige una casa con dentro un sacerdote, bestiame, una moglie, figli, e buone greggi; e dove poi il bestiame continua a prosperare, la moglie a prosperare, il figlio a prosperare, il fuoco a prosperare, e ogni benedizione della vita a prosperare. [Benessere materiale e abbondanza di prole che permetteva di accrescere il numero delle braccia da lavoro e quello dei soldati a servizio del re, erano le aspirazioni più apprezzate della società persiana, formata, per lo più di contadini.]"
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