14.9 Smembramento dell'impero macedone
Con la morte di Alessandro un disegno grandioso rimase interrotto. Alessandro infatti si era proposto di fondere insieme Macedoni, Greci e Persiani, da tutti traendo ciò che avevano di migliore, per dar vita a una nuova civiltà. A tale scopo aveva cominciato a fondare nuovi centri urbani, a incoraggiare le relazioni commerciali. Inoltre, per ingraziarsi i sudditi orientali, aveva adottato alcune delle loro fastose usanze, chiamato alla sua corte molti loro dignitari e favorito i matrimoni tra soldati greci e donne persiane: egli stesso aveva sposato quasi a simboleggiare l'inizio di una nuova era e l'avvenuta fusione fra il popolo dei vincitori e quello dei vinti, la figlia di un satrapo persiano e, successivamente, quella di Dario.
Di questa politica è un esempio il discorso di Alessandro alle reclute persiane riferito da Curzio Rufo:
"Vi ho reclutato giovani Persiani, e vi ho incorporato fra i miei soldati, con le stesse divise, con le stesse armi. Ma la vostra obbedienza e il vostre senso della gerarchia sorpassano di molto quelli degli altri. Ho preso in moglie la figlia di Dario e ho incitato i miei amici più intimi a sposare delle Persiane prigioniere; con questo santo vincolo ho voluto abolire ogni differenza tra vinto e vincitore. Persuadetevi dunque che voi siete miei soldati per la nascita, non per l'arruolamento. Asia e Europa non formano che un regno unico e uguale. Io concedo a voi le stesse armi che ai Macedoni [...] voi siete miei concittadini, miei soldati. Non c'è nulla di sconveniente per i Persiani di copiare i costumi dei Macedoni, né per i Macedoni di imitare i Persiani. Bisogna che la legge sia la stessa per coloro che hanno a vivere sotto lo stesso re."
Questa politica, ben accetta ai Persiani, aveva incontrato invece resistenza tra i Greci, sicché, appena scomparso il grande Macedone, il sogno generoso di unire tutte le regioni civilizzate del mondo antico in un organismo unico, vivente in pace sotto le stesse leggi, si dileguò. L'effimero impero universale, dilaniato dalle lotte tra i vari luogotenenti che ambivano alla successione, si spezzò in parecchi Stati. I più importanti di essi furono il regno di Macedonia, che comprendeva anche la Grecia, il regno di Siria e il regno d'Egitto. Quest'ultimo fu il più brillante e prosperoso dei tre e si resse indipendente sotto la dinastia dei Tolomei fino alla conquista romana (31 a. C.). Alessandria ne fu la capitale; in essa fiorirono le più significative produzioni artistiche, letterarie e scientifiche della civiltà ellenistica, tanto che questa si designa anche con l'appellativo di alessandrina.
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