25.5 L'organizzazione provinciale
Roma aveva legato a sé i territori conquistati in Italia col vincolo del foedus, cioè di un'alleanza che dava ai vinti, pur con obblighi onerosi, anche alcuni diritti e privilegi. I territori conquistati fuori d'Italia, organizzati in province, furono, invece, totalmente assoggettati. Una parte delle terre di ogni provincia venne considerata proprietà della repubblica (ager publicus); le popolazioni furono sottomesse alle leggi di Roma ma furono lasciate libere per quanto riguardava la lingua, la religione e i costumi tradizionali; esse non godevano però della cittadinanza romana ed erano tenute a pagare alcuni tributi (talvolta in natura, come la dècuma, cioè il decimo dei prodotti delle terre). Le province erano governate da un console o da un pretore uscenti di carica, ai quali veniva prorogata la magistratura fuori di Roma: si ebbero così i proconsoli e i propretori. Essi avevano il comando delle forze militari, amministravano la giustizia e riscuotevano le imposte coadiuvati da altri funzionari.
Non sempre però i proconsoli e i propretori amministrarono onestamente le province; talvolta anzi approfittarono della loro carica per imporre tasse esorbitanti e per arricchirsi enormemente.
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