27.2 La riforma dell'esercito
La prima riforma realizzata da Mario come console modificò radicalmente la struttura dell'esercito. Poiché la diminuzione del numero dei piccoli proprietari che militavano a loro spese, provocata dall'estendersi dei latifondi, rendeva arduo il completamento delle leve militari, Mario stabilì che si reclutassero anche i proletari, assegnando loro una paga fissa perché potessero equipaggiarsi; così, pur senza deliberato proposito, l'esercito romano si trasformò in un complesso di soldati di mestiere, bene allenati tecnicamente ma non sempre sensibili all'amor patrio e al sentimento dell'onore. Molti si arruolavano per il miraggio del bottino e della paga ed erano più disposti a seguire le fortune personali dei loro comandanti che a piegarsi alle leggi dello Stato, soprattutto se egli era riuscito a conquistarsene la fiducia anche con dei grossi donativi in denaro o facendoli partecipi dei bottini di guerra. Venne così preparandosi lo strumento con cui taluni generali, diventati dittatori, poterono abbattere la repubblica.
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