31.3 Riordinamento dell'esercito e azioni militari
Augusto non trascurò la difesa dell'impero. L'esercito permanente fu portato a circa trecentomila uomini, dislocati per la maggior parte nelle regioni di confine; esso fu composto di soldati di mestiere ben retribuiti, ai quali, al termine del servizio, venivano assegnati lotti di terreno da coltivare.
Augusto, più uomo di governo che di guerra, seguì in generale una politica pacifica: soltanto a oriente delle Alpi allargò i confini dell'impero fino al Danubio.
Tuttavia per reprimere una scorreria di Germani a occidente del Reno, ordinò ai suoi figliastri Tiberio e Druso, di varcare il fiume e di spingersi innanzi fino all'Elba. Ma, nel cuore della foresta di Teutoburgo, le legioni romane furono sterminate dalle orde germaniche condotte dal giovane Arminio; lo stesso Varo, che le comandava, morì sul campo (9 a. C.). La notizia della tremenda sconfitta sconvolse l'imperatore, che si dice si aggirasse disperato per le stanze del suo palazzo ripetendo: "O Varo rendimi le mie legioni!".
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