34.2 L'educazione dei fanciulli
I fanciulli fino a sette anni restavano affidati alle cure materne; quindi passavano sotto la direzione del padre, che insegnava loro a leggere, a scrivere e a fare di conto. In seguito invalse l'uso, almeno nelle famiglie benestanti (quando non si poteva disporre di un precettore che in generale era uno schiavo colto), di inviare i fanciulli in scuole private ove un pedagogo impartiva l'istruzione elementare e media, non risparmiando ai negligenti aspri castighi corporali. Più tardi, quando la società romana divenne più raffinata, i giovani che appartenevano alle classi elevate o che aspiravano a primeggiare nella vita pubblica usarono recarsi nelle scuole di Atene, di Rodi, di Alessandria per perfezionare la loro cultura.
Compiuti i diciassette anni, il giovane romano abbandonava la toga pretesta, con gli orli di porpora, per vestire la bianca toga virile, che era il costume dei cittadini adulti.
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