35. Lavoro, svaghi e attività intellettuali dei Romani
35.1 Le attività economiche
Da bravi contadini quali erano nei primi tempi, i Romani introdussero a poco a poco nei paesi conquistati molte migliorie nella coltivazione dei campi, bonificando e disboscando larghe porzioni di suolo. In tal modo la produzione agricola andò aumentando in tutti i paesi del Mediterraneo e tra questi poterono verificarsi scambi dei prodotti più vari con grande vantaggio per tutti.
Accanto alle attività agricole, che rimasero sempre prevalenti, i Romani si dedicarono anche a qualche industria per l'estrazione dei minerali, o per la preparazione di strumenti di lavoro, utensìli o armi, senza, però, superare per solito il limite della produzione artigiana. Per i prodotti meno comuni, per gli oggetti di lusso, per i gioielli, per le stoffe preziose ecc., i Romani preferivano rivolgersi agli artigiani greci, orientali ed egiziani, di tecnica più esperta e di gusto più raffinato.
Coll'aumentare della potenza romana i traffici divennero sempre più intensi e variati per l'acquisizione di nuovi prodotti e manufatti che provenivano dalle province dell'impero. Le solide strade che si irradiavano dalla capitale servivano ad allacciare i mercati e a moltiplicare gli scambi. Le monete di Roma (tra le quali le più usate furono l'asse di bronzo, il sesterzio d'argento o d'oro) vennero usate su tutti i mercati del mondo.
La maggior parte dei commerci si svolgeva per mare, perciò in vari porti mediterranei ferveva l'industria delle costruzioni navali; dopo la vittoria su Cartagine i Romani divennero esperti marinai e impararono con uguale abilità a manovrare navi da guerra e a dirigere sulle rotte più lontane, fino ai porti del Mar Nero, grosse navi da carico, che essi chiamavano onerarie.
Torna all'indice