39.4 L'impero d'Oriente e Giustiniano
L'impero d'Oriente era a quel tempo un organismo ancora forte; i suoi eserciti, che avevano saputo contenere gli attacchi dei barbari, la sua marina, e la sua burocrazia disciplinata e intelligente gli assicuravano una posizione di preminenza. Sul trono sedeva Giustiniano (527-565) che proveniva da una modesta famiglia di contadini macedoni. Lavoratore indefesso, tanto che fu chiamato l'imperatore insonne, mancò a volte di una pronta volontà d'azione e di comando, qualità invero, di cui era riccamente dotata la moglie Teodora, che da attrice del circo era stata innalzata ai fastigi del trono per la sua bellezza e intelligenza. Teodora seppe, in momenti decisivi, sorreggere con energia e consigliare con vero acume politico il vacillante spirito del marito.
Circondato da una corte sfarzosa che lo incensava come un dio, Giustiniano fece di Costantinopoli il centro dell'economia mondiale del suo tempo: i mercanti e marinai bizantini, avvantaggiati dalle ampie conquiste mediterranee realizzate dall'imperatore, estesero i loro traffici in tutta l'Europa e in molte regioni dell'Asia, fino alla lontana Cina. Di là due monaci cristiani, eludendo la sospettosa vigilanza dei Cinesi, riuscirono in quegli anni a trasportare in Europa, nascoste nella cavità di un bastone, delle uova di baco da seta, dando così origine allo sviluppo dell'industria serica in parecchie località dell'impero.
Sotto il regno di Giustiniano, rifulse nel suo massimo splendore la civiltà bizantina (cosiddetta dall'antico nome di Costantinopoli) e i suoi artisti produssero le loro opere più ammirate, perfezionandosi nella composizione dei mosaici policromi, sfolgoranti su fondali d'oro, che ornarono chiese e palazzi dei maggiori centri dell'impero. Anche l'architettura realizzò costruzioni grandiose: chiese (famosa fra tutte la basilica di Santa Sofia a Costantinopoli, poi trasformata in moschea), palazzi, acquedotti, tutte opere nelle quali si ritrova l'impronta della maestà imperiale di Roma. Ma dove la tradizione romana fece sentire più potente la sua voce fu nella grandiosa opera di ordinamento delle leggi imperiali e delle sentenze date dai maggiori giureconsulti: ad essa, per ordine di Giustiniano, attese un collegio di giuristi sotto la direzione di Triboniano.
La grande raccolta, nota col nome di Corpus Iuris Iustinianei, riuscì un monumento di sapienza giuridica e civile, a cui attinsero i popoli delle età successive.
Ecco la definizione universalmente valida della giustizia dovuta ad Ulpiano che possiamo leggere nelle "Istituzioni", una delle parti del Corpus Iuris:
"La giustizia è una costante e perpetua volontà di attribuire a ciascuno il proprio diritto.
I precetti del diritto sono questi: vivere onestamente, non fare danno agli altri, dare a ciascuno il suo. La giurisprudenza consiste nella conoscenza delle cose divine ed umane, nella scienza di ciò che è giusto e di ciò che è ingiusto."
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