40.9 La Chiesa nell'età barbarica
Durante più di cinquecento anni la Chiesa salva ciò che si può ancora salvare della cultura umana. Essa va davanti ai barbari e li ammansisce. Davanti al vescovo in cappa dorata, davanti al monaco vestito di pelli, il germanico convertito ha paura: la divinazione vaga di un al di là misterioso e grandioso, il sentimento oscuro di una giustizia sconosciuta [...] si risvegliano in lui in subiti allarmi in semivisioni minaccianti. Nel momento di violare un santuario si domanda se non cadrà sulla soglia colpito da vertigine. S'arresta, risparmia il villaggio, la città che vive sotto la tutela del prete. D'altra parte fra i capi di guerra, dai lunghi capelli, e accanto al re, il vescovo mitrato e l'abate dalla testa rasa seggono nelle assemblee. Sono i soli che tengano la penna e sappiano discorrere. Segretari, consiglieri, teologi partecipano agli editti, hanno mano nel governo, lavorano per mettere un po' d'ordine nel disordine immenso, per rendere la legge più ragionevole e più umana, per ristabilire o mantenere la pietà, l'istruzione, la giustizia, la proprietà. Nelle chiese e nei conventi si conservano le antiche conquiste del genere umano: la lingua latina, la letteratura, la dottrina cristiana, una porzione della letteratura e delle scienze pagane, l'architettura, la scultura, la pittura, le arti e le industrie più preziose, che danno all'uomo il pane, il vestito e l'abitazione e soprattutto la migliore di tutte le conquiste umane e la più contraria all'umore vagabondo del barbaro saccheggiatore e pigro, vale a dire l'abitudine e il gusto del lavoro.
Torna all'indice
Liturgia:
l'insieme di tutti i riti e le cerimonie del culto.
Miniatura:
arte di ornare le pergamene con figure e disegni dai colori vivi, in particolare minio (cioè rosso scarlatto), azzurro, oro e argento. La parola indica anche la stessa opera miniata. Poiché tale lavoro richiedeva molta pazienza e precisione, si dice miniatura ogni lavoro fatto con grande abilità.
Monaco:
in origine coloro che abbandonavano gli onori e le ricchezze del mondo per dedicarsi alla preghiera vivendo in solitudine, erano detti monaci o eremiti (parole derivate dal greco, che significano entrambe "solitario, che vive da solo"). Più tardi però i monaci si raggrupparono in comunità chiamate monasteri: secondo il significato originario quindi la parola non sarebbe esatta; appropriate sono invece le parole convento (dal latino conventus = riunione, comunità) e cenobio (dal greco coinòbios = vita in comune).